IRIS - Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità
 

Raccolta nel frutteto

Agricoltura e Sostenibilità

11 Ottobre 2010 - Homepage a cura di Alessandro Cerutti




Agricoltura e sostenibilità: alcuni spunti di riflessione.

La sostenibilità dei processi agricoli è un argomento complesso e difficile da valutare. I diversi paradigmi di ricerca che si occupano della sostenibilità delle produzioni alimentari utilizzano metodologie, schemi concettuali e strumenti che variano a seconda dell’importanza relativa che viene data alle tre componenti di integrità ambientale, fattibilità economica e accettabilità sociale. Page (2009) rileva come nel caso della valutazione delle sostenibilità di produzioni alimentari, la scelta di quale indicatore applicare o quale percorso di ricerca seguire sia anche fortemente influenzata dal background accademico dei ricercatori.
Dal punto di vista prettamente termodinamico, per essere sostenibile, l’agricoltura deve essere capace di mantenere la sua produttività e utilità alla società per un tempo indefinito (Ikerd 1993). Un’agricoltura sostenibile dovrebbe pertanto comprendere sistemi aziendali in grado di conservare risorse, proteggere l’ambiente, produrre in modo efficiente, competere commercialmente e garantire la qualità della vita ai produttori e al contesto sociale in cui è inserita (Reganold et al., 1990).

L’agricoltura moderna e l’approccio sistemico

Diversi studiosi (e.g. Ikerd 1993; Page, 2009) sono sempre più convinti che l’approccio sistemico sia fondamentale anche nelle discipline connesse alla produzione alimentare per diverse ragioni. Principalmente perché, dato che i sistemi agricoli sono sistemi complessi, non è possibile modificare una singola componente senza generare effetti sul sistema stesso o su altri sistemi collegati. Una seconda ragione è legata al fatto che la sostenibilità viene considerata una materia trans-disciplinare e richiede modelli complessi e strumenti analitici multidisciplinari.
Un concetto fondante della teoria dei sistemi è che ogni sistema è allo stesso tempo componente per un sistema più ampio e composto da sottosistemi interni. Ad esempio gli alberi di un frutteto sono allo stesso tempo componenti del sistema produttivo e sistemi a loro volta. Più precisamente il sotto-sistema albero si può vedere come il core-system del frutteto, in quanto gli effetti (diretti ed indiretti) delle pratiche agricole si riversano primariamente su esso (Page, 2009).
In chiave sistemica, si può osservare che i feedbacks attesi dall’applicazione degli input (es. fertilizzanti, acqua, agro farmaci...) in un sistema agricolo sono la produzione di beni alimentari e di guadagno economico; tuttavia ci sono anche effetti indesiderati o imprevisti. Studiare la catena di effetti all’interno dei sistemi naturali può essere molto complicato, tuttavia è ormai assodato che i cambiamenti climatici influenzano le produzioni alimentari di tutto il mondo (e.g. Fedoroff et al., 2010).
Queste sono solo brevi riflessioni di come l’applicazione dell’approccio sistemico alle produzioni alimentari ci permetta di evidenziare le connessioni con i socio-ecosistemi al fine di aumentare la consapevolezza dei nostri legami con i sistemi naturali.

Uno sguardo alla frutticoltura

Raccolta nel frutteto

Se ben documentati sono i casi di applicazione di indicatori ambientali (singoli e aggregati) a colture erbacee o alla zootecnica, ancora rare sono le applicazioni in frutticoltura. Le cause di questo divario sono da ricercarsi soprattutto nella considerazione generalizzata – ma scarsamente supportata da dati sperimentali recenti – che le colture arboree sono più sostenibili da un punto di vista ambientale rispetto alle colture erbacee.
Se negli anni ’90 questa osservazione poteva avere validità generale, oggi non è più così a causa di diverse ragioni. Da un lato la forte specializzazione delle aziende, dall’altro la richiesta di prodotti disponibili in lunghi periodi dell’anno, hanno portato a una vera e propria industrializzazione della frutticoltura. Le cause di questo fenomeno sono molteplici e interessano sia aspetti prettamente biologici, come la selezione genetica di varietà dall’alta capacità produttiva e dall’alto fabbisogno di fertilizzanti e fitofarmaci, sia aspetti sociali, come la crescente domanda di frutti fuori stagione o esotici, considerati generalmente a maggior impatto ambientale. Inoltre anche le funzioni ecologiche dei frutteti (un tempo considerate elevate grazie soprattutto al basso numero di interventi in campo e ad una stabilità del suolo molto maggiore rispetto alle erbacee che devono essere seminate annualmente) sono sempre più messe in discussione per l’utilizzo crescente sia di fitofarmaci sia di strutture architettoniche invasive (reti antigrandine, impianti antibrina e per l’irrigazione). Ne risulta un quadro generale in cui la frutticoltura passa da settore naturalmente poco impattante, ad un settore con problematiche ambientali potenzialmente elevate alla stessa portata delle colture erbacee.

Il ruolo delle produzioni agricole nell’assorbimento di CO2

Il Protocollo di Kyoto (art. 3.4) riconosce un ruolo chiave alla gestione sostenibile delle produzioni agricole al fine del contenimento del carbonio atmosferico. Questa riflessione emerge dal fatto che i sistemi agricoli possono comportarsi come emettitori (source) o assorbitori (sink) di CO2 sulla base delle pratiche agronomiche adottate. Il bilancio del carbonio può infatti essere positivo o negativo a seconda dell’entità degli input (CO2 assorbita dalla fotosintesi) e degli output (CO2 prodotta tramite respirazione e rimozione della produzione).
I sistemi produttivi di maggior interesse come assorbitori di CO2 sono i sistemi arborei da frutto e da legno (Sofo et al., 2004), tuttavia anche questi sistemi possono non presentare comportamento da sink per il carbonio. Bisogna tenere conto che la potenzialità di assorbimento della CO2 di un arboreto non è costante nel tempo: la produzione primaria netta (PPN) di un impianto giovane, in particolare, è molto elevata e molta sostanza organica viene fissata annualmente nella sostanza secca delle piante. Tuttavia con l’aumento dell’età dell’impianto l’incremento di sostanza secca nelle strutture permanenti diminuisce e il carbonio assimilato viene destinato principalmente al ricambio fogliare e ai frutti. In relazione alla coltura, clima e protocolli di produzione, fino al 70% della PPN viene allocata nei frutti. Questo comporta che un’elevata frazione del carbonio fissato lascia il sistema. Inoltre alcuni studi rilevano che, nonostante la PPN di un frutteto sia molto elevata, l’emissione di CO2 dai macchinari durante le operazioni colturali fa pendere il bilancio netto verso valori negativi. La bibliografia scientifica su casi di studio di bilanci sistemici (che comprendano sia aspetti fisiologici sia aspetti ingegneristici) del carbonio in frutteto è piuttosto scarsa anche se in aumento. In generale ricerche su questo tema evidenziano che pratiche colturali come lasciare in campo i residui di potatura e l’inerbimento dell’interfila tramite specie erbacee periodicamente sfalciate, ma non asportate, permettono di aumentare significativamente l’attività di sink dell’impianto attraverso l’aumento del carbonio organico nel suolo.

Bibliografia citata

Fedoroff N. V., Battisti D. S., Beachy R. N., Cooper P. J. M., Fischhoff D. A., Hodges C. N., Knauf V. C., Lobell D., Mazur B. J., Molden D., Reynolds M. P., Ronald P. C., Rosegrant M. W., Sanchez P. A., Vonshak A., Zhu J.K., 2010. Radically Rethinking Agriculture for the 21st Century. Science, 327:833-834
Ikerd J.E., 1993. The need for a system approach to sustainable agriculture, Agriculture, ecosystems and environment 46, 147-160.
Page G., 2009. An environmentally-based systems approach to sustainability analyses of organic fruit production systems in New Zealand. PhD Thesis. Massey University, Palmerston North, New Zealand. 223 pp.
Reganold J.P., Papendick R.I., Parr J.F., 1990. Sustainable agriculture. Scientific American 262:112-120
Sofo A., Palese A.M., Xiloyannis C., Montanaro G., Massai R., 2004. Il ruolo della frutticoltura nella mitigazione dell’effetto serra. L’informatore Agrario 44:28-31


Libri

From the Farm to the Table: copertina del libro

Gary Holthaus, 2009. From the Farm to the Table: What All Americans Need to Know About Agriculture. The University Press of Kentucky, Lexington, 2009 (paperback), (figure1)

Nella recensione di Todd J. LeVasseur (2010, J Agric Environ Ethics 23:301–302) si legge:
At its core, this book is a book about the values of farming and the values held by farmers. As Holthaus states, ‘‘Food may be the primary area where we humans sort out our values’’ (258). It is also a book with an overt political message. Not only does Holthaus provide a political history of farming and farm legislation, at both rural upper-midwest, national, and international levels, but he provides his own astute political analysis as well: ‘‘there is no way to create a sustainable culture without sustainable farming systems…Somehow, we have to get back to more natural systems’’ (260; 269). […] Written in an accessible, friendly, engaging, passionate style and imbued with numerous voices representing the faces and stories of those who grow and harvest our food, Holthaus’s book is an important read and is one that would do well in any college course on food ethics and agricultural engineering. I will go so far as to say that his chapter nine, ‘‘Farming Connects Us All,’’ should be required reading for all college classes and for anyone involved in extension work and agricultural research.

The Top 50 Sustainability Books: copertina del libro

Wayne Visser et al., (2009). The Top 50 Sustainability Books. Greenleaf Publishing Limited, Sheffield, UK Paperback (figure2)

Nella recensione di Rodrigo Lozano (2010, Journal of Cleaner Production 18:1124) si legge:
"The Top 50 sustainability books" offers a comprehensive review of some of the most important sustainability books. The books were chosen by the University of Cambridge Programme for Sustainability alumni network. They cover a wide range of perspective: those with a focus on the broader sustainable development (such as Lovelock's ‘Gaia’ and Diamond's ‘Collapse'); those specifically focusing on corporations (for example Korten's ‘When Corporations Rule the World’ and Bakan's ‘The Corporation'); those calling for a reformation of capitalism (such as Soros ‘ The Crisis of Global Capitalism’, Hawken et al's ‘Natural Capitalism’, and Porrit's ‘Capitalism as if the World Matters'); those focusing on environmental issues (such as Carson's ‘Silent Spring’, Lomborg's ‘The Skeptical Environmentalist’, and Gore's ‘An Inconvenient Truth'); those with a technical orientation (for example von Weizsäcker et al.’s ‘Factor Four’ and McDonough and Braungart's ‘From Cradle to Cradle'); those with a system or managerial perspective (such as Senge et al's ‘Presence’ and Roddick's ‘Business as Unusual'); and those with a focus on development and poverty alleviation (such as Sen's ‘Development as Freedom’, Prahalad's ‘The Fortune at the Bottom of the Pyramid’ and Sachs' ‘The End of Poverty'). Visser and Dudok van Heel provide a systematic and comprehensive review of each of the books, providing: the key ideas, a synopsis, chosen quotes, and in some cases reflections from the authors of the books. […] The collection of books shows that if we want to avoid aWorld catastrophe, from which we may not be able to recover, we need to address the issues currently ailing the World not in isolation, but through systemic and holistic approaches where the interconnections and synergies among issues are equally, or perhaps more, important than the issues themselves.


Pensieri

"La terra è sacra, non l’abbiamo fatta noi. È la dimora naturale di ogni essere vivente. Sulla terra si fonda l’identità delle comunità umane se non è alienata, frammentata e non è basata su mere considerazioni utilitaristiche. Il suolo su cui camminiamo è mescolata la polvere dei nostri antenati; i nostri corpi, morendo, arricchiscono la terra dimostrando che essa non ci appartiene ma noi apparteniamo alla terra."
Wendell Berry, Giannozzo Pucci, Vandana Shiva, Maurizio Pallante. Carta per il rinascimento della campagna. Disponibile su: http://www.lef.firenze.it/index.php?IDS=1&IDSS=15

"Development is primarily a learning process – one group cannot develop another; the only type of development possible is self-development." R.L. Ackoff, 1990

"It should be obvious to city dwellers that eating is both an ecological and political act." Miguel A. Altieri, 2004


Nuove pubblicazioni

Alessandro Cerutti e Marco Bagliani, insieme a Gabriele beccaro e Giancarlo Bounous del Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Torino, hanno pubblicato una ricerca sull’applicazione dell’analisi dell’impronta ecologica in frutteto. L’articolo è scaricabile, con abbonamento alla rivista, da questa pagina.

Cerutti A.K., Bagliani M., Beccaro G.L., Bounous G., 2010. Application of Ecological Footprint Analysis on nectarine production: methodological issues and results from a case study in Italy. Journal of Cleaner Production 18 (2010) 771–776
Abstract
Ecological Footprint Analysis (EFA) is an environmental accounting system that provides an aggregate indicator which is both scientifically robust and easy to understand by non-experts. Although based on the lifestyle consumption of natural resources, recent improvements in the methodology now allow the application of EFA to a final product. Thus the resulting footprint value represents the environmental cost of all of the activities required to create, use and/or dispose of a particular product. The application of EFA to agricultural systems is still uncommon and examples in the fruit sector rare. In this work a detailed application of EFA to a commercial nectarine orchard in Piedmont (Italy) is presented. In contrast to previous studies, we considered not only the one-year field operations, but also the whole lifetime of the orchard. The calculation was conducted for six different orchard stages: (ST1) nursery propagation of the young plants; (ST2) orchard establishment, (ST3) young trees producing low yields, (ST4) mature trees at full production, (ST5) declining trees with low yields, and finally (ST6) orchard removal. The environmental costs at each stage are presented and related to each other on the basis of the relative footprint value. Results highlight the importance of applying EFA to the entire lifecycle of orchard production: ST4 accounted for the majority of costs at 65% followed by ST2, ST3 and ST5 at or near 10%, whilst the costs of ST1 and ST6 were negotiable. Thus it is the type of ST4 production used which can have the greatest impact on EFA values.


IRIS al Convegno LCAFood 2010

IRIS è stato presente al VII Convegno Internazionale su Life Cycle Assessment nel settore agroalimentare (LCAFOOD 2010 - http://www.lcafood2010.uniba.it/) svoltosi a Bari, illustrando una ricerca coordinata dal Dipartimento di Colture Arboree. In tale contesto sono state presentate le principali ricerche internazionali sulle applicazioni della metodologia LCA alle produzioni e ai consumi alimentari.
Presto sul sito del convegno saranno disponibili gli atti dell’evento.


--- Archivio delle pubblicazioni in homepage ---


Crediti

Le immagini sono di (in sequenza sulla pagina):
- Alessandro Cerutti
- Alessandro Cerutti
- Copertina del volume "Gary Holthaus, 2009. From the Farm to the Table"
- Copertina del volume "Wayne Visser et al., (2009). The Top 50 Sustainability Books"




  Visualizzazione attuale:
  Caratteri medi - 1024x768


IRIS su LinkedIn - Si apre in una nuova finestra


- - -
Copyright (C) IRIS 2007-2020